sabato 22 febbraio 2014

CAMMINO DI S. FRANCESCO (8° tappa): LA BARCACCIA - VALFABBRICA - ASSISI

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, 
spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. 
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, 
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, 
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, 
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la notte, 
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et erba.

E' l'ultimo giorno del mio cammino. Assisi è veramente vicina. L'ospitalità ricevuta da Andrea e Marina nei pressi del castello di Giomici è stata familiare e cordiale. La mia meta però mi aspetta e alle prime luci del giorno mi metto in cammino. Ritorno sui miei passi verso "La Barcaccia" e vado in direzione di Valfabbrica, incontrando la chiesetta dedicata a S. Benedetto e al Beato Paolino da Coccorano.


Eccomi nei pressi di Valfabbrica.



Attraversata senza soste Valfabbrica proseguo in direzione de "il Pioppo". Da qui lascio la comoda strada asfaltata ed entro a destra nel bosco lungo il "Fosso delle lupe". Il sentiero in buona pendenza diventa presto impegnativo perché fangoso e scivoloso.
Con pazienza raggiungo la cresta della collina e cerco un corso d'acqua per togliermi il fango accumulato su scarpe e pantaloni.
Poco oltre ecco finalmente davanti a me la rocca di Assisi. La visione mi crea una forte emozione di gioia.

Dietro di me la vallata verso Valfabbrica da cui sono salito.

Si apre davanti a me la valle che collega Perugia e Assisi.
Dopo la rocca di Assisi vedo più in basso anche la Basilica di San Francesco.

Continuo a camminare in un ambiente agreste ora però su buone strade...
… sempre ben indicate.
Avvicinandomi ad Assisi anche il sole riappare in tutto il suo illuminante splendore.

Scendo fino al torrente Tescio e poi attraverso il ponte dei Galli salgo verso Porta san Giacomo.
Eccomi davanti alla Basilica: la metà tanto desiderata ora è davanti a me. Sono le ore 12 e i rintocchi della campana annunciano il mezzogiorno.
Non perdo tempo: l'appuntamento è con Francesco e quindi scendo in fretta verso la tomba.
Davanti a Francesco uso le sue stesse parole per ringraziare e chiedere a Dio quanto mi sta nel cuore:
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio,

concedi a noi miseri di fare, per tuo amore,
ciò che sappiamo che vuoi,
e di volere sempre ciò che a te piace,
affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati
e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,
possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto,
il signore nostro Gesù Cristo,
e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice
vivi e regni e sei glorificato,
Dio onnipotente
per tutti i secoli dei secoli.
Amen. 
Dopo l'incontro con il Santo voglio chiudere questa mia prima parte del cammino Francescano salendo all'eremo delle Carceri.
All'eremo partecipo con i frati al vespero e all'adorazione pomeridiana.
Rientrando verso Assisi, mentre il sole tramonta, mi concedo dalla Rocca un'ultimo sguardo a questa città che Dante chiama "oriente" perché qui il sole  della fede continua a sorgere per chi si mette alla scuola di Francesco.
Tutto è andato per il meglio. Si fa strada in cuore nel frattempo il desiderio di tornare qui, magari per un'altra strada, per un altro cammino: quello della Valle Reatina.

venerdì 21 febbraio 2014

CAMMINO DI S. FRANCESCO (7° tappa): GUBBIO - LA BARCACCIA (VALFABBRICA)

Un giorno Francesco si recò in vista nella città di Gubbio. Ma come entrò nella città vide che non c’era nessuno ne animali ne persone. Tutti i cittadini di Gubbio erano chiusi nelle loro case per paura di un Lupo veramente pericoloso e grande.Tutti  conoscevano Francesco e chiesero a lui se poteva aiutarli. Francesco accettò e andò a parlare con il Lupo.
Si reco alla foresta, e vide arrivare da lui lentamente questo grosso cane.
Francesco lo chiamò: ”Fratello Lupo, in nome di Dio ti ordino di non farmi male a me e a tutti gl’uomini”. Quando furono vicini Francesco fece il segno della Croce in bocca al Lupo.
Poi Francesco gli disse: “Fratello Lupo perchè hai fatto del male ai tuoi fratelli uomini? Tutti ti odiano Fratello Lupo,hanno paura tutti di te, devi smetterla. Ma io sono tuo fratello e voglio che ci sia pace fra te e gli uomini, cosi sarete tutti tranquilli in questa città”. Quando il Lupo capì il suo errore scrollò la testa, fu allora che Francesco disse agli abitanti di Gubbio: “Il Lupo vuole vivere in pace con voi, lo desidera veramente. L’importante che mi promettete che  voi gli darete  da mangiare, al vostro nuovo Fratello”. Da quel giorno grazie a Francesco e alla buona volontà sia del Lupo che dai cittadini di Gubbio, era tornata la pace e il Lupo passava a trovare gli abitanti, che gli davano da mangiare, come promesso. Il Lupo era diventato il cane di tutti, era diventato  anche  l’amico di tutti bambini. E quando mori, alcuni anni dopo tutti gli abitanti piansero perché avevano perso il loro caro amico Fratello Lupo.
Anch'io mi concedo da Gubbio continuando il mio cammino con un grande senso di pace e di riconciliazione. Anche le previsioni atmosferiche sembrano esseri "riconciliate" aprendosi al sole e al sereno. Scendo da Gubbio antica verso la parte nuova della cittadina ed in località "La Vittorina" incontro il santuario che ricorda l'incontro di Francesco con il temibile lupo mentre lo riconsegna ai cittadini di Gubbio come "fratello" e "compagno" di cui prendersi cura. 
Il piccolo santuario ispira pace e desiderio di armonia.
I segnali del cammino ritornano ad essere precisi e chiari.

Un altorilievo in bronzo ricorda l'abbraccio di Francesco con il lupo: riconoscere i diritti anche di chi nella vita ha sbagliato e si macchiato di colpe è l'unico modo per permettergli un cammino di riscatto e di riconciliazione.
Cammino in una lunga strada diritta in direzione di Ponte d'Assi.
Per un breve tratto devo percorrere anche sulla SS 298 fino alla deviazione - ben indicata - che porta a sinistra verso San Vittorino e Valfabbrica. Qui inizio a salire.
Lungo il cammino incontro i proprietari dell'agriturismo "San Vittorino" che mi identificano come il primo pellegrino dell'anno e mi offrono un buon caffè. La strada inizia a salire.
Dietro mi lascio la valle di Gubbio coperta da dense nubi.




Da lontano vedo in alto l'Abbazia di Vallingegno dove Francesco fu ospite dei benedettini nei giorni della sua fuga da Assisi.



Scendendo verso il versante opposto della valle incontro la piccola e suggestiva cappella di Santa Maria delle Ripe.


Sempre lungo la strada bianca incontro l'Eremo di San Pietro in Vigneto. Mi concedo una breve pausa senza disturbare l'eremita.






Dall'eremo decido di proseguire per Valfabbrica senza passare per il castello di Biscina. Mi devo portare il basso e percorrere una carrareccia fangosa e impegnativa da percorrere. Per ritrovare la strada d'asfalto che scende da Biscina devo poi risalire faticosamente.

Mi trovo così nella lunga strada che percorre il perimetro del grande lago di Valfabbrica.
La strada è lunga e solitaria anzi deserta. Dopo diversi km intravedo la grande diga che interrompe il corso del fiume Chiascio.




Ecco la diga di Valfabbrica. Dal lato opposto della valle, proprio sopra la diga  si intravvedono delle case. Lì troverò la calorosa accoglienza di Andrea e Marina, una semplice famiglia che ha aperto la propria casa ai pellegrini.

Oltrepassata la grande diga eccomi in località "La Barcaccia".
La località prende il nome dal una grande zattera, ora conservata sotto una tettoia, che veniva usata per attraversare il fiume Chiascio.
Ora il fiume Chiascio si attraversa sul ponte. Al di là del ponte si vede la "barcaccia" e l'antico ospedale ora sede di abitazioni private
Per raggiungere la mia meta dove passerò la notte devo salire in direzione del castello di Giomici. Lungo la strada si trova la casa rurale di Andrea e Marina.